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La storia dell'umanità è lastricata di mutamenti e di migrazioni. Migrazioni dovute a calamità naturali, a ragioni di sicurezza o di sopravvivenza. Migrazioni che, di volta in volta, hanno determinato la fine di un luogo e l'inizio di un altro. Le Serre calabresi, oggetto di un'indagine che abbraccia l'Europa e l'Italia, rappresentano l'area critica di una regione emblematica: una regione ricca di entroterra, in cui la morfologia e le scelte degli uomini hanno plasmato la storia e determinato un ritardo di sviluppo. In Calabria, alle decine di città abbandonate e di paesi disabitati, si affianca una costellazione di luoghi scomparsi, di memorie sommerse delle quali non sopravvive traccia. Luoghi il cui nome resiste soltanto nella letteratura e nelle cronache del passato, talvolta redatte in occasione di calamità e catastrofi. Ai ruderi visibili, alle rovine si sommano città invisibili, figlie di un passato sepolto e paesi sparenti. L'emigrazione giovanile e i dati sul disagio insediativo evidenziano, infatti, l'attualità e la drammaticità dello spopolamento, soprattutto per le aree interne della Calabria: si tratta di un fenomeno in parte compiuto ma ancora pericolosamente in atto.