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Tanti anni fa, in una remota e poverissima campagna, dove per bere c'era solo acqua di pozzo, che per la siccità straordinaria di quell'anno s'era del tutto prosciugato, il più piccolo dei figli dei mezzadri, avendo sete, chiese alla mamma da bere. La mamma, in mancanza assoluta di acqua, raccolse dai campi un cocomero, lo spaccò, e ne diede un grande spicchio al figlio. Il quale lo divorò, attento a che nessuna goccia della preziosa rugiada, fresca e dolce, andasse persa. Giorni dopo, la più piccola dei figli, avvertendo i crampi della fame, chiese al padre da mangiare. Essendo vuota la madia, poiché le straordinarie gelate di quell'anno aveano bruciato il tenero grano, il padre raccolse dai campi un cocomero, lo spaccò, e ne diede un grande spicchio alla figlia. La quale lo divorò, attenta a che nessuna mollica della rossa e dolce polpa andasse persa. È perciò che, in campagna, il cocomero (indifferentemente detto melone d'acqua o melone di fuoco) è indicato come "mangia e bevi".