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Analisi dettagliata della vita, negli anni Sessanta (prima della riforma liturgica) di una piccola comunità; una vita piuttosto ambigua e frustrante, che assume l'aspetto di un aspro confronto, appena appena mascherato dalla necessità di una "convivenza", che non diviene mai "connivenza", fra un insegnante laico e un catechista. Al centro un bambino, costretto a rielaborare, in modo piuttosto doloroso, nell'ambito della propria coscienza, il dramma tra educazione laica ed educazione religiosa. Ciò che diversifica questo romanzo dalle narrazioni dello stesso tipo, dalle "storie di collegio" è soprattutto il suo taglio storiografico, l'affondo impietoso e documentatissimo nelle carni di una vicenda ancora in progress e quindi tutt'altro che scontata e inattuale. Sullo sfondo, a rendere più piacevoli e scorrevoli le pagine di questo romanzo, la magia leggendaria di Venezia e delle isole dell'estuario, ultimo rifugio di antichi miti e di tenaci tradizioni. In copertina un quadro di Luciano Chinese. Un groviglio di fili sembra imbragare il rosso intenso dell'anima, che tenta di liberarsi e di esplodere. Alcune ferite sembrano evidenziarsi nel tessuto di quest'opera.