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Nelle partiture di Ferrari non vi è mai giudizio o peggio la mimica moralistica degli urlatori di turno, la storia si racconta da sé e racconta di sé, anche quando non ci si può più gingillare nella memoria, e la tragedia è tutta sola orrore e disperazione. Certo è che il modo in cui è rappresentato l'orrore, evocando semplicemente alcuni particolari, il risvolto, supera in efficacia e poesia qualsiasi descrizione, forse e più dell'amore che pure si affaccia in un baluginio fra ombre.