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"Questa è un'incisiva opera dialettale, ma non è l'ennesimo tentativo di mostrare la versatilità del dialetto per rendere conto di fatti degni della più alta sensibilità civile. Si tratta piuttosto di una raccolta di pensieri in una fortunata e originale formulazione che riesce a risvegliare i migliori valori identitari e collocarli in un ambito in cui anch'essi possano far vivere produttivamente i principi informativi ed educativi di un intellettuale che conosce il mondo, si rammarica dei suoi guasti e incita a emendarli con dignità. Con il suo attualissimo messaggio, il talento di Carlo Giacobbe dimostra, sulla scorta di altre riuscite applicazioni degli ultimi due secoli, la vocazione della lingua di Roma ad aprire squarci di lucidità sui vasti temi della cronaca politica e sociale, illuminando con parole dall'apparenza semplici e un umorismo mai greve il lettore disposto a seguirlo in questo avventuroso percorso". (dalla prefazione del prof. Antonio Romano)