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Attraverso un excursus nella storia del pensiero occidentale (che ha le sue pietre miliari nelle figure di Socrate, Cristo e Rousseau) ed una profonda analisi psicologica delle determinanti del comportamento umano, (condotta per mezzo della psicologia junghiana e di quella esistenziale) l'autore dimostra l'assoluta infondatezza dell'antropologia hobbesiana e ci propone una nuova visione dell'uomo e dell'etica. Punto d'approdo di questo itinerario è la dimostrazione della realizzabilità di una società anarco-egualitaria, l'unica, a parere dell'autore, che possa consentire la piena realizzazione dell'autentica natura dell'uomo. A questo risultato egli giunge nell'ultimo capitolo, attraverso un confronto con Karl Marx, di cui riconosce i meriti ed evidenzia i limiti.