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Questo libro si propone, attraverso la narrazione della storia romanzata del protagonista, di abbattere le retoriche sulla cosiddetta economia della solidarietà. Una realtà completamente diversa da quella proposta dalle immagini romantiche degli operatori e degli enti, che appartengono alla ormai lontana fase pionieristica, a venti o trenta anni fa. Il Terzo Settore è, nonostante la crisi, una ciclopica economia nazionale e internazionale, con centinaia di migliaia di addetti, milioni di volontari e utenti, bilanci e flussi di risorse da capogiro. L'esperienza qui raccontata mette in mostra le spregiudicatezze degli operatori, la ferocia e l'implacabilità degli apparati organizzativi e delle burocrazie aziendali, l'inefficienza e lo squallore dei servizi, la debolezza e l'impotenza dei pochi savi. I personaggi positivi che emergono, con tutti i loro limiti e le loro scarse solidità, non sanno proporre riferimenti culturali e pratiche sociali alternative, ma sembrano piuttosto definitivi nella loro critica radicale di ciò che oggi il Terzo Settore, guardato con i loro occhi, sembra essere diventato. Le loro storie possono essere di stimolo per una riflessione più ampia.