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Ester Biselli è nata «esposta» a Soarza nel 1928. È cresciuta alla «Pizzavacca», una di quelle cascine della Bassa piacentina (o lombarda o emiliana) tra Villanova d'Arda e il Po, grandi come il mondo perché dentro c'era di tutto: ricchi latifondisti di tarda nobiltà; fattori, coloni, braccianti e famigli: umanità contadina senza diritti né difesa. Ancora adolescente, come usava, prende la strada per la città - Piacenza, Fidenza, Cremona - cercando lavoro. Mentre i fatti della Storia la vogliono testimone dei bombardamenti alleati, delle persecuzioni e dei rastrellamenti nazisti nelle campagne. Con la sua bicicletta attraversa in fretta gli anni in cui si diventa grandi conoscendo la paura, la miseria, la fatica quotidiana e infine la speranza, quando diventa staffetta con l'amica Santina per la 38° Brigata in alta Val d'Arda. Con la Liberazione, Milano e la libertà di scegliersi lavoro e vita. Molti anni dopo quei fatti, Ester decide di lasciarne una memoria che affida all'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano. La Resistenza che Ester racconta in questo libro non è solo quella partigiana: è soprattutto quella delle donne - serve, balie, contadine, mondine, migranti, coltivatrici di bachi, ma anche borsare nere o operaie e impiegate in città - che spesso sostengono il peso economico di tutta la famiglia, ma rimangono escluse dalla cittadinanza piena e dal riconoscimento simbolico e sociale del loro ruolo. è così che la Resistenza assurge a immagine dell'impegno per la liberazione da tutte le privazioni materiali e morali dell'esistenza. Il racconto è accompagnato dalle notizie storiche, documenti e immagini del tempo.