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Roma, nel 410 d.C., sta per essere attaccata dai Visigoti di Alarico. Il popolo è atterrito. Molti cittadini benestanti fuggono in Sicilia o in Africa. Decide invece di restare il giovane, inquieto patrizio Marco Anicio. Due sentimenti contrastanti si contendono la sua anima: l'amore "impossibile" per la bella Demetriade, consacrata alla verginità, e l'attrazione per l'austera dottrina predicata dal monaco eretico Pelagio. Alarico riesce a irrompere in città grazie a un folle gesto di Anicio che dopo il saccheggio, fattosi ormai pelagiano col nome di Cenere, intraprende lunghe peregrinazioni sulle coste del Mediterraneo: da Cartagine ad Alessandria, da Efeso a Nicea, da Costantinopoli ad Aquileia, fino al ritiro in Armenia. Incontri o scontri con esponenti dell'ortodossia e di altre sette ereticali (donatisti, montanisti, nestoriani), singolari esperienze spirituali alternate ad avventure guerresche e a vicende amorose scandiranno la sua tormentata ricerca di un Dio sempre sfuggente.