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L'indignazione che si è espressa negli scorsi anni in Egitto e Tunisia, in Grecia e in Spagna, a New York o a Oakland, con piazze occupate da migliaia, se non milioni, di giovani e di lavoratori, ha già ottenuto importanti successi. In Tunisia ed Egitto sono caduti regimi antichi mentre le proteste spagnole o quella di Occupy Wall Street hanno agito in profondità nell'immaginario collettivo e mediatico. Josep Maria Antentas e Esther Vivas, giovani ricercatori protagonisti del movimento spagnolo, vanno oltre il racconto delle dinamiche di piazza analizzando le caratteristiche sociali e politiche dei nuovi movimenti e delineandone i meccanismi di fondo che li hanno generati e li stanno facendo espandere in tutto il mondo. Una nuova generazione ha aperto un ciclo di lotte che non sarà passeggero. I movimenti attuali si presentano in forme molto diverse da quelle degli anni Sessanta e Settanta, sono più radicati socialmente rispetto ai "no global" e sembrano privi di riferimenti organizzativi, culturali e ideologici. Ma tutto questo non ne riduce la radicalità nel delineare un'alternativa all'attuale sistema politico e ai modelli di democrazia rappresentativa che si trovano in crisi in tutto il mondo.