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Vivere il Risorgimento non giorno per giorno, abituandosi alle novità, ma tutto d'un colpo, addormentandosi nel sereno Granducato di Toscana e risvegliandosi nel massonico Regno d'Italia, alla vigilia della presa di Roma. Questo capita al buon Maestro Domenico: e l'onesto falegname, da buon cattolico, non può che rimanerne sconvolto. La Rivoluzione può non essere interamente sanguinaria: spesso riesce a raggiungere il proprio scopo attraverso una serie di piccoli atti, eventualmente supportati da qualche grande evento violento e sanguinario. Ciò è accaduto con la rivoluzione dei costumi (il '68) e con la Rivoluzione italiana, più conosciuta come Risorgimento: l'atto violento (l'invasione garibaldina e la conseguente discesa dell'esercito piemontese) era stato preceduto, fu accompagnato e sarebbe stato seguito da una serie di azioni, di prese di posizione culturali, di mode, di battage propagandistico, di leggi che aveva contribuito a cambiare la mentalità della popolazione e che permise di far percepire una guerra di aggressione come una lotta popolare di liberazione.