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Pubblicato per la prima volta nel 1925 a Strasburgo, "Fenomenologia e religione" è un testo raro e di eccellente qualità filosofica, anche perché è il primo testo ad aver incrociato la fenomenologia husserliana con la filosofia della religione. Con un gesto teorico parallelo a quello operato all'epoca da Ernst Troeltsch, Max Scheler e Rudolf Otto, Héring propone una soluzione alternativa tanto all'analisi "positiva", solo antropologica, del fenomeno religioso, quanto a una sua analisi di stampo spiritualista o idealista. Questa proposta si appoggia alla dottrina fenomeno-logica husserliana, di cui Héring presenta una mirabile sintesi in uno dei tre capitoli di Fenomenologia e religione: tale sintesi si può porre ancora oggi come un chiaro punto di partenza didattico per comprendere la teoria husserliana. Preceduta da una lucidissima diagnosi della situazione degli studi religiosi nella sua epoca, la fenomenologia husserliana viene a quelli applicata per delineare una nozione innovativa di "fenomeno religioso", che mantiene piena attualità nel panorama contemporaneo di filosofia della religione. Il testo di Héring è introdotto da un saggio di Giuseppe Di Salvatore, che mira a valorizzarne il contesto storico, l'interesse fenomenologico e la portata teologica. La prefazione di Roberta De Monticelli esalta lo spessore filosofico e l'esemplarità fenomenologica.