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Il carcere, l'istituzione totale che annulla le identità precedenti, è anche il luogo che può predisporre alla definizione di un'identità più matura e risolta. In un tempo sospeso tra un passato negato e un futuro incerto l'identità che svanisce diventa oggetto di pensiero, da cui prendono forma racconti e testimonianze che delineano un'asimmetrica geografia di luoghi: quelli in cui ci si è trovati per nascita o per caso, dove la vita ci ha portato per necessità o scelta, luoghi amati o odiati cui si ritorna con l'immaginazione partendo da quel luogo di vuoto di appartenenze che è il carcere. È una geografia che ci mette in relazione con il mondo recluso e ci richiama alla comune responsabilità verso il destino dell'uomo.