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Perché affermare che l'uomo è un essere "speciale", posto al vertice del mondo animale e non, invece, un essere "qualsiasi", anche se più evoluto, uno tra i tanti altri esseri animali, che popolano il mondo, come da alcuni si è ipotizzato sempre più frequentemente e con maggiore convinzione? L'uomo è realmente un essere "speciale"? Mente e linguaggio segnano il perimetro dell'umanità. Tutti gli esseri, animati o inanimati, sono parte del mondo, ma soltanto l'uomo, la creatura dotata della mente e del linguaggio, fa parte del mondo, lo possiede nello stesso tempo e ne è consapevole. Il semplice fatto di essere parte del mondo non significa di per sé possedere il mondo. Perché è, soprattutto, attraverso il dono del linguaggio, la risorsa che lo caratterizza in via esclusiva come essere umano, che l'uomo possiede il mondo, creandolo e ricreandolo, ponendo domande ed esigendo risposte. Nessun altro essere può rivendicare di far parte del mondo, di possederlo, anche se solo simbolicamente, e di ricrearlo, adattandolo di continuo ai suoi "bisogni" e dando ad esso delle finalità. Rispondere alla domanda sul come sia possibile per l'uomo, tramite l'attività della mente e l'attività del linguaggio, possedere il mondo, ricrearlo ed esserne, nello stesso tempo, consapevole, è il filo conduttore di questo lavoro, la ragione ultima di una ricerca "appassionata" sull'uomo e sul suo destino.