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"... Andò all'inginocchiatoio e lo trascinò lentamente sotto la lampadina, che lasciava in penombra le zone marginali della rimessa. L'antina era già smontata, ridotta in pezzi sul piano di lavoro, accanto ai listelli di legno autentico tagliati nelle misure necessarie per ricostruirne una uguale. Prese uno scalpello da legno affilatissimo e lo passò leggermente su uno dei pezzi per arrotondarne uno spigolo. La patina del mobile sarebbe venuta assolutamente identica, d'un noce scuro caldo e compatto. Gli ingredienti per fabbricare la colla animale erano pronti, doveva solo amalgamarli. Gli eventi cruciali degli ultimi anni gli ripassarono nella mente, mescolati a immagini nuove dove lui non era più lo stesso. I lotti di mobilio trasportati dalla Romania, dalla Slovacchia e dall'Ungheria, le soffitte svuotate, le cantine sondate. Le battaglie per trattare con gli antiquari, lui che piazzava pezzi che si battevano alle aste, e poi apriva un nuovo magazzino, razionalizzando i commerci... Un rumore secco giunse dal portone metallico della rimessa. Massi si girò, tutti i sensi in allerta. Strinse gli occhi per aguzzare lo sguardo, ma non riuscì a distinguere nulla. "Chi è là?"".