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È don Morales a rivolgersi al protagonista, soltanto evocato, a partire dalla sua fuga per entrare nella lotta politica clandestina: così inizia il lento e amoroso recupero di una realtà perduta, attraverso il rapporto armonioso che si deve stabilire con il mare e la sua fauna. Uno dei principi fondamentali che regola questa simbiosi è il senso del limite, disposizione legata a una sapienza collettiva, maturata nel corso dei secoli, che avverte che le risorse non sono infinite. Una sapienza ambientale che va trasmessa a chi si avvicina per la prima volta al mondo della. Nelle pagine del romanzo emerge tutta la profondità del substrato indigeno, che affonda le sue radici nelle grandi culture del Nord del Perù. Su questo mondo, dopo la conquista incaica e la valanga dell'invasione spagnola, si abbattono negli ultimi decenni i processi di modernizzazione selvaggia. Le fabbriche sorte senza nessun controllo, all'insegna del profitto sfrenato e del delirio di onnipotenza, sconvolgono un equilibrio ecologico millenario. Con l'acqua del mare, contaminano anche i rapporti fra gli uomini. Estrema manifestazione di un potere abusivo, che getta le premesse per una reazione disperata.