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"È consapevole della sua forza? No, non lo è. Lo scopre, forse, quando si mette a scrivere, a raccontare i momenti drammatici vissuti dall'incontro con il mostro, quando è costretta a trovare le parole giuste per raccontare il pianto del marito, le paure della figlia, le sue stesse paure che riteneva tali, almeno fino a quando non ha impugnato la penna. È stato il confronto con la scrittura che l'ha resa consapevole della sua forza interiore: riga dopo riga trova il bandolo del racconto. Lo dipana non con la forza delle parole ma con l'ottimismo del pensiero." (Stefano Pallotta)