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L'esperienza di Antonio Taramelli in Sardegna è stata un'avventura lunga e avvincente, portata avanti in trentun anni di attività scientifica e di tutela di una regione fino a quel momento archeologicamente quasi sconosciuta. Dal nord al sud dell'Isola, con un pugno di collaboratori l'infaticabile archeologo è riuscito a scavare, a far conoscere e a difendere una terra che trovava meravigliosa. È sorprendente vedere come i suoi interessi scientifici si dispieghino dalla più antica presenza umana in Sardegna fino alle porte dell'era moderna. È nella visione innovativa del mondo nuragico, però, che ha lasciato un'impronta così netta che si legge facilmente persino a un secolo di distanza. Nelle lettere e negli scritti privati emerge la sensibilità e a tratti anche la fragilità di uno studioso che ha vissuto come una passione viscerale l'amore per il suo lavoro, per gli ideali, per la ricerca, per la scoperta e la condivisione della conoscenza: gli ingredienti indispensabili per fare grande un Uomo, prima che un Soprintendente.