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Diceva, Fellini, di aspettare con ansia Natale perché vedeva i film di Charlot. Truffaut amava ripetere che aveva deciso di fare cinema dopo aver visto Quarto potere. Ci possono essere film belli o brutti, di successo o meno, di certo ci sono opere fondamentali, che è doveroso conoscere. E, soprattutto, interrogare. Per capire cosa renda esemplare un'opera cinematografica. E concludere che la domanda non trova (ancora) risposta, neppure dopo averli visti, i capolavori. Inizia così il percorso voluto dal Centro studi commedia all'italiana. A partire dall'idea di scrivere una rassegna, come una sorta di antologia visiva di Storia del cinema, senza pretesa di fissare canoni, anzi con il desiderio di provocare riflessioni e stimolare il gusto per la ricerca e lo studio di aspetti legati ai contenuti e al linguaggio cinematografico. Ogni capitolo è preceduto da una lezione, affidata a Valentino Davanzati e Vita Maria Nicolosi che si sono confrontati sul tema affascinante, quanto impervio, di Che cos'è un capolavoro. Nel tentativo di tracciare le possibili caratteristiche del capolavoro, si moltiplicano gli interrogativi che illuminano, in continuo chiaroscuro, le opere presentate: Aurora di Murnau, Tempi moderni di Chaplin, Quarto potere di Welles, 8 e mezzo di Fellini, 2001 Odissea nello spazio di Kubrick, fino alla Grande guerra di Monicelli.