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Nel 1932 Giuseppe Valaperti, un facoltoso industriale di Prato che aveva eletto Livorno come sua seconda patria, donò un cospicuo appezzamento di terreno per la costruzione di quello che diventerà lo stadio comunale. Dette così il via ad una vicenda, fondamentale per la vita sportiva cittadina, giunta sino ai nostri giorni. Il terreno faceva parte di villa Basilica, una proprietà ormai scomparsa e dimenticata dai più. La donazione, avvenuta per di più in un momento di profonda trasformazione del tessuto urbanistico livornese, diventa l'occasione per raccontare in queste pagine una piccola storia a sua volta pretesto per raccontare altre piccole storie, come ad esempio quella dei "villini d'Ardenza" o della Baracchina Rossa. Luoghi entrati a buon diritto nel DNA dei livornesi e conosciuti da tutti coloro che nelle belle giornate vengono a Livorno a trascorrere qualche ora godendo del suo lungomare.