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Pietro d'Abano o da Padova, alias Pietro de Sclavione, merita oggi più che mai di essere celebrato quale grande scienziato e filosofo. La sua figura fu controversa e nei secoli oscillò fra superstizione e scienza medica contaminata di astrologia tanto che le incomprensioni, assai precoci, gli procurarono una condanna per eresia, anche se gli storici ci narrano che l'accusa fu ritenuta ingiusta e fu perciò scagionato. A prevalere fu comunque la sua immagine di mago negromante, accreditata da tanta parte della tradizione letteraria del Cinquecento. Da filosofo razionalista, ostile alle diatribe e alle querelle dei dotti, egli amò chiamarsi il Conciliatore delle controversie tra i saperi dei filosofi e dei medici del suo tempo, tra i fedeli della dottrina della fisica metafisica di Aristotele e di quella fisico-matematica di Tolomeo. E infatti la sua monumentale opera Conciliator problematum philosophorum et medicorum, fu il manuale di medicina per eccellenza fino a ben oltre il XVI secolo.Gli apocrifi magici, che circolarono nel Rinascimento, contribuirono, invece, ad alimentare le incomprensioni nei confronti della sua opera autentica.