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Ripercorrendo la vasta produzione di Giovanni Garbini emerge chiaramente come siano molteplici i filoni di ricerca che hanno potuto beneficiare del suo apporto intellettuale, lucido, coraggioso e sempre innovativo. Lucido perché pervaso da una ferrea autodisciplina, in grado di tradursi in un costante richiamo al dato oggettivo e alla piena consapevolezza della complessità di questo. Coraggioso perché molto spesso in controtendenza rispetto a qualsivoglia orientamento di Scuola. Innovativo perché, talvolta anche con toni provocatori, guidato dall'urgenza di andare oltre la mera decifrazione dei documenti scritti, alla ricerca di una modalità per lacerare la cortina di indeterminatezza propria di tante tematiche dell'Orientalistica. Fra tutti, il settore fenicio e punico è forse quello in cui lo studioso si è cimentato attivando il più alto numero delle sue competenze, incisive non solo in relazione all'ambito dell'epigrafia e filologia semitica, ma anche nel campo della storia delle religioni e dell'archeologia. Da qui, il desiderio di rendere omaggio alla sua figura con un volume inserito nella nuova serie "Biblioteca di Byrsa. Scritti sull'antico Oriente mediterraneo".