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Nei capitoli in cui è articolato il volume, l'autore ripercorre la parabola esistenziale ed artistica del pittore tedesco Hugo Höppener (1868-1948), a partire dall'apprendistato con l'eccentrico riformatore Karl Wilhelm Diefenbach presso una comunità di artisti vegetariani che praticavano il nudismo, fino alla scomunica infertagli dalle autorità naziste. Fu lo stesso Diefenbach a dare al giovane Höppener il soprannome di Fidus per la fedeltà dimostrata, appellativo che durante l'impero di Guglielmo II e la Repubblica di Weimar rese il pittore molto popolare tra la gioventù tedesca. Nel clima di contestazione culturale sorto a cavallo tra Otto e Novecento, terreno fertile su cui germogliarono rigogliose le avanguardie artistiche della prima metà del XX secolo, Höppener, visionario frequentatore di comunità riformate e circoli teosofici, fu tra i principali interpreti dell'Art Nouveau tedesca. Per mezzo di un universo simbolico originale diede allo Jugendstil contenuti esoterici nel tentativo, vano e al contempo generoso, di redimere sul piano estetico la società dell'epoca.