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Nel mondo contemporaneo tutto è educazione, a eccezione di quello che scrivono e dicono pedagogisti, esperti della scuola e formatori di professione. Con rigorosa serenità di educatore e filosofo, Perticari denuncia ogni prospettiva di educazione che coltivi l'illusione di un pensiero autonomo continuando a parlare di sé e delle sue pratiche a un pubblico di addetti ai lavori. E reclama un'educazione impensabile che combatta i veri problemi che le compete affrontare, in primis la miseria mentale che è la vera cifra di quest'epoca iperindustriale. L'abbraccio funesto tra politica, economia e tecnoscienza, propria a questa stagione neoliberista, lo si può cogliere meglio dal punto di vista del cortocircuito, del misconosciuto, di ciò che "fa difetto". E l'interrogativo su che cosa può essere l'educazione in un tempo di sconvolgimenti può trovare risposta a partire da questi resti ostinati e potenti che distolgono da un pensiero ufficiale e consentono di cogliere il movimento impensabile del vivere, dell'imparare, dell'insegnare, del capire, dell'amarsi e dell'amare in questo tempo.