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«Quasi ogni giorno leggiamo che la Cina si trova tra le nazioni top trading, che la sua economia è una delle più grandi al mondo, che è una delle nazioni capaci di attrarre la quantità maggiore di investimento straniero... Vi è molto di cui andar fieri, o addirittura da celebrare, ed è impossibile non rimanere meravigliati dai successi della Cina. Sul piano ideologico, inoltre, i leader delle nazioni occidentali ne traggono una certa soddisfazione, in quanto molti dei risultati economici della Cina possono essere accreditati alle riforme iniziate nel 1978 e destinate a introdurre un'economia di mercato. Questo è probabilmente il punto di vista dominante, ma non è l'unico. Come per tutte le altre nazioni, la realtà della Cina è assai più complessa. Non vi è dubbio che la maggioranza dei cittadini cinesi stia meglio ora che in passato. Ma un punto di vista alternativo dovrebbe tener conto anche di altri dati: sebbene vi sia stato un sorprendente alleggerimento della povertà, rimane alto il numero di individui disperatamente poveri; nonostante stia emergendo una nuova classe imprenditoriale, la forbice del reddito si sta ampliando; anche se è stato sviluppato un sistema di welfare, l'accesso alle strutture sanitarie rimane fuori dalla portata di molti cittadini; e se è vero che la Cina vanta il più alto numero di studenti iscritti alle scuole superiori, è vero anche che l'accesso all'istruzione elementare resta limitato» (dall'introduzione degli autori).