Tab Article
Raccontando la storia, parzialmente autobiografica, di un'infanzia nomade trascorsa tra la Francia, la Russia e la Svizzera negli anni che precedono la prima guerra mondiale e la rivoluzione russa, questo romanzo evoca il flusso delle vaghe, e spesso dolorose, impressioni che invadono la piccola Natasha nel rapporto con la madre, il padre e la matrigna. Ma "Infanzia" è anche una riflessione sul luogo sorgivo della scrittura, su quell'immenso terreno inesplorato che sta fra il vissuto e la lingua, fra il silenzio e le voci. La lingua è una lingua senza nomi, nella quale le parole catturano qualcosa di sconosciuto. È una lingua di verbi. Forme di vita invisibili, che la scrittura afferra con i suoi strumenti, prima che la parola non li accechi.