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Romano Bilenchi è stato uno dei testimoni più significativi del secolo da poco concluso. La sua vicenda biografica delinea un ritratto esemplare del Novecento: dalla nascita del fascismo, alla guerra e alla Resistenza, alla militanza nel Pci, alla direzione del "Nuovo Corriere" di Firenze (un vero quotidiano liberal della nostra storia giornalistica), alla sua chiusura nell'agosto 1956 decretata dallo stesso Pei, all'uscita dal partito per rientrarvi solo nel 1972, fino al giorno della sua scomparsa nel novembre 1989 a Firenze, una settimana dopo l'ottantesimo compleanno. Legato per la vita ad alcuni dei maggiori protagonisti del Novecento - da Mino Maccari a Mario Luzi, da Ottone Rosai a Elio Vittorini, di cui le pagine di "Amici" rendono felicemente conto - Bilenchi è uno scrittore la cui lettura e la cui modernità non smetterà mai di sorprendere. Il suo romanzo continuo che va da "Anna e Bruno" fino a "Il gelo", passando per "Conservatorio di Santa Teresa", è uno dei capolavori della nostra letteratura. A cento anni dalla nascita e a venti dalla morte questo volume, curato da Benedetta Centovalli, offre una ricca ed esauriente fotobiografia bilenchiana insieme a una sezione di inediti: lettere (a cura di Nicoletta Trotta), testi rari e due interviste con l'autore di Enzo Golino e Goffredo Fofi. Infine, una serie di contributi dove - oltre a critici e studiosi come Alberto Cadioli, Giulio Ferroni, Anna Longoni e Renzo Martinelli - prendono la parola amici e scrittori a tu per tu con i suoi libri.