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Il Quattrocento, segnato politicamente dai regimi signorili e dalla nascita in Italia degli Stati regionali e, di conseguenza, dalle mode delle corti, che s'influenzarono vicendevolmente in tutta Europa, rappresenta un apice di raffinatezza nella moda europea, ma anche un momento di grande transizione, sia per quanto riguarda le materie prime sia le fogge e i modelli. Come spesso accade nella storiografia, se gli aspetti economici e sociali sono mediamente ben indagati, molto meno sappiamo degli aspetti materiali, della cultura tecnica dei lavoranti e della realtà materiale dei capi di abbigliamento, rischiando di ignorare come appariva fisicamente il prodotto finale di quella filiera che aveva reso prospera gran parte d'Europa. Grazie alle differenti competenze delle tre autrici, è stato indagato un aspetto circoscritto, ma di enorme importanza, nella prima metà del XV secolo: l'abito femminile. Efficace risulta la ripartizione dei singoli capitoli, che permettono di seguire con ordine i risultati delle ricerche, basati sul confronto delle fonti scritte di diversa natura con quelle iconografiche, e quindi i criteri scientifici su cui si basano le ricostruzioni materiali. Le autrici, grazie a un'accurata ricerca di fonti e argomenti, hanno saputo selezionare e gestire una mole di informazioni concentrandosi su aspetti essenziali, in particolare della cultura tecnica e materiale, creando un percorso narrativo non solo scientificamente valido, ma anche di piacevole lettura, grazie anche a una bella selezione dell'apparato iconografico. A rendere il tutto ancora più chiaro e approfondito, sono le "ipotesi ricostruttive", un vero lavoro di archeologia sperimentale, non limitato alla ricostruzione storica, ma un momento di ricerca nel campo della cultura materiale.