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Nel secondo dopoguerra, quando Ragghianti iniziò l'esperienza dei critofilm, il documentario sull'arte viveva un periodo di grande vivacità: dappertutto c'era una grande fiducia nel rinnovamento estetico offerto dal cinema e in Europa molti importanti cineasti avevano firmato e firmavano documentari sull'arte. Per quanto attiene a Ragghianti il suo approccio cinematografico rimase solidamente ancorato alla dimensione critico-interpretativa: con l'espressione critofilm, da lui stesso coniata, intendeva attuare una "critica d'arte realizzata con mezzi cinematografici anziché con parole". Ragghianti non fu in Italia il solo storico dell'arte ad accostarsi in quegli anni al cinema ma, a differenza dei suoi colleghi, egli andò ben oltre il ruolo tradizionale di autore del commento o di consulente, assumendosi completamente la responsabilità della costruzione del film di cui ha firmato molte volte anche la regia. In questo volume, per ogni critofilm, sono specificate le indicazioni relative alle immagini utilizzate, ai movimenti e ai punti di ripresa cinematografici, ai testi, al commento sonoro e alla durata delle singole sequenze. Le schede tecniche sono integrate da uno o più fotogrammi ricavati dai critofilm e dagli schizzi di Ragghianti. Le sceneggiature sono desunte da Valentina La Salvia. Il volume contiene interventi di Vittorio Fagone, Antonino Caleca, Lorenzo Cuccu.