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"A un certo punto della vita ci si rivolge indietro e si scruta nel passato; cercando le radici della nostra esistenza ci domandiamo allora cosa abbiamo ottenuto e cosa abbiamo perso durante il nostro cammino, e spesso scopriamo che abbiamo perso la nostra vera identità. Io ho perso la mia terra, quella Calabria che, oggi ben diversa da quella che ricordo, ha visto e condizionato irreversibilmente la mia infanzia e la mia adolescenza. Questa Calabria mia la conosco tutta e ne ho cercato in una vasta letteratura le origini e le vicende storiche che la rendono unica nel contesto dell'intera Italia: una regione che nei secoli non ha avuto mai pace, ma che ha dato al mondo fin dall'antichità poeti come Ibico di Reggio e scuole filosofiche come quella di Pitagora, e poi mistici come San Nilo e Gioacchino da Fiore, filosofi come Telesio e Campanella, storici come il Barrio, scrittori come il Padula... e personalità più recenti e forse più modeste, come i poeti dialettali Vittorio Butera, Michele Pane e Michele De Marco, detto Ciardullo, tre poeti di cui spesso rileggo i versi. La Calabria non è solo mare e villaggi turistici! In questo modesto volumetto ho cercato di riassumere fatti, stati d'animo e ricordi allegri e tristi, documenti di una vita che offriva pochissimo ma intimamente buona e umana. È questa dimensione che si è persa nel mondo in cui oggi viviamo". (l'autore)