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Specchi neri forma l'ultimo incastro di Nobodaddy's Kinder ("Figli di Babbonemo"), la trilogia narrativa che Arno Schmidt scrive sull'onda dello choc bellico. Dopo le stazioni intermedie di Dalla vita di un fauno e Brand's Haide, il romanzo chiude un ciclo che produrrà violenti scosse nella letteratura tedesca del secondo Novecento, innovando forme e mezzi espressivi di una lingua svuotata dal nazismo. La visione estrema di un mondo dove la civiltà dell'uomo - per gli effetti della guerra nucleare - non è più contemplata, modella l'antiutopia di un erudito solitario che vaga nella Germania del dopobomba. E come vuole la simmetria dei due precedenti romanzi, il protagonista, in cui si riflettono tratti di Schmidt, vivrà anche in questo libro una storia d'amore senza speranza: la fabula rasa non disegna alcun Eden.