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La sera del 6 giugno 1906, lungo la solitaria spiaggia Calastro a Torre del Greco, cinque malavitosi altri dieci faranno da pali massacrano "a colpi di mazza e di trincetto" Gennaro Cuocolo, basista della camorra. Di lì a poco, in un appartamento in Via Nardones a Napoli, undici coltellate pongono fine all'esistenza di Maria Cutinelli, moglie del basista. Partendo dall'affaire Cuocolo il primo atto criminoso a portare la malavita napoletana alla ribalta nazionale Ernesto Serao, all'epoca cronista de "Il Mattino", risale alle radici di quella che egli per primo definì una "massoneria del crimine" e, attraverso una minuziosa ricostruzione, ne svela la struttura intima, i simboli, le usanze, le regole. Con una prosa appassionata e colorita, l'autore ci trasporta nei quartieri più sordidi di Napoli, in uno "spaventevole deserto popoloso, dove la virtù è un simbolo vano" e dove la camorra, in uno scenario non molto diverso da quello contemporaneo, impone tangenti e, con leggi e tribunali propri, "stabilisce un po' d'ordine nel disordine del torbido regno del delitto".