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Il primo peccato della creazione fu il volgersi dell'uomo al proprio corpo, nell'oblio del corpo del Sacro. A redimere questo peccato, il Figlio è tornato. La Croce è questo: la carne di Cristo flagellata, perché in essa si mostri la trascendenza non dello spirito, ma del corpo del Sacro. Sofferenza infinita, gioia infinita, espresse entrambe nel grido dell'ora nona: "Padre, Padre, perché mi hai abbandonato?" Il Figlio non può non patire la "divisione" dal Padre, anche quando è ammesso alla sua destra; insieme non può non gioire della conservazione del mondo, della sua creatura. Sofferenza infinita e gioia infinita custodite nel Mistero del Padre, nella Sua Tenebra. Non si pretenda di penetrare la Tenebra del Sacro, se si vuole accogliere il messaggio del Ritornato. Si apprenda, piuttosto, il difficile esercizio di stare al mondo non con gli altri, sotto una Legge e una Verità, ma accanto: pregando ciascuno il proprio Dio con le sue parole, tutte vere, e solo vere, perché tutte lontane dal Mistero del Corpo sacro.