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Poesie come filastrocche, recitate al ritmo sinuoso e martellante della terra, cantate sulla melodia di una natura potente, che vive ormai solo nel ricordo; racconti come folate di vento gelido che sferza i volti con la violenza di un cuore ferito, parole incise nella carne dell'indifferenza. Con questa raccolta di versi e prose dedicati alla tragedia umana, oltre che storica e politica, dell'immigrazione, Hamid Barole Abdu ha vinto la sezione Letteratura del Premio Multietnicità e Intercultura edizione 2007, promosso dall'associazione Oforula onlus e dal Comune di Roma. I testi di Abdu, scritti in italiano e in inglese, sanno recuperare il linguaggio della semplicità che si addice ai sentimenti universali, profondi e radicali dell'animo umano: voci semplici, che si scontrano con l'inospitalità del mondo negli infiniti quotidiani atti di un'odissea senza tregua. Storie di sofferenza e speranza, ultimi capitoli di un'epopea eterna.