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La laguna di Venezia è la sola tra le lagune altoadriatiche a conservare una relativa integrità geografica, geomorfologica e idrogeologica. Nonostante e al tempo stesso per effetto, dei grandi interventi di diversione fluviale, messi in atto dalla Serenissima, essa non ha subito il naturale processo di involuzione e di impaludamento che ha caratterizzato i bacini lagunari di Jesolo, Eraclea e Caorle. Il grande bacino lagunare veneziano rappresenta pertanto, attualmente, un giacimento di biodiversità, di paesaggio, di cultura e di storia che non trova paragoni in altre realtà costiere del Mediterraneo. Michele Zanetti e Corinna Marcolin ne propongono la conoscenza attraverso l'analisi delle sue componenti principali: partendo dagli aspetti geografici, geomorfologici e idraulici, proseguendo con gli aspetti bio-ecologici relativi alla vegetazione, alla flora e alla fauna, per concludere con gli aspetti propri della cultura e dell'economia tradizionali. Lorenzo Bonometto, dopo un excursus storico sull'evoluzione e gestione di una laguna a lungo rispettata, si sofferma con lucida amarezza sui fattori di grave criticità che ne caratterizzano il presente, minando e rendendo incerto il futuro dello specchio lagunare. Valentina Niccolucci propone una lettura ecologico-ambientale dell'ecosistema laguna attraverso il calcolo di un nuovo indicatore: l'impronta ecologica.