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Trattare un materiale scottante, quale quello della narrazione di fatti accaduti tra il 1943 e il 1945, non è mai cosa semplice. Senza alcuna pretesa di fare Storia, ma solo di costruire un racconto che non ne forzasse i profili, le vicende di Giusto (personaggio di fantasia) e della banda partigiana di cui faceva parte, ha comunque comportato un notevole lavoro preparatorio da parte dell'autrice a partire dalla raccolta di memorie tra gli abitanti di Gressan e le successive verifiche del testo elaborato. Una sorta di archeologia della memoria resa oltremodo difficoltosa dalla frammentarietà delle testimonianze e, a volte, dalla loro evanescenza, dalla difficoltà e spesso dall'impossibilità di avere conferme o smentite di alcuni fatti riportati.