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Dorte non ha mai sognato grandi avventure. Ha quindici anni e vive nel cuore della campagna lituana. I suoi desideri sono ancorati alla realtà e parlano di Nikolai, figlio del panettiere, salvo abbandonarsi a volte ai ricordi del padre, morto tempo prima ma rievocato fino a sembrare reale. E poi c'è il sogno più pressante, quello che permetterebbe alla madre e alla sorella un goccio di serenità: sarebbe bello, pensa Dorte, essere un po' meno povere. Così, quando in modo del tutto inaspettato si presenta la possibilità di andare a Stoccolma per lavorare in un caffè, Dorte accetta. Sale sul retro di un'Audi, che viaggia attraverso la Lituania. Un'Audi i cui finestrini non si possono aprire, e non si apriranno. L'ultimo romanzo di Herbjorg Wassmo ci offre una lettura così potente da essere quasi dolorosa: un'opera letteraria sulla perdita della speranza, sui sogni e sulla sopravvivenza, in cui la più cruda descrizione realistica diventa un tutt'uno con la percezione soggettiva.