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Le storie e i canti di questo lavoro coprono un periodo che, dal 1922, arriva fino ai nostri giorni perché la guerra partigiana è solo il culmine di una Resistenza che inizia con l'aggressione delle squadre fasciste ai quartieri popolari e si rinnova quotidianamente nella difesa dei valori per i quali si sono battute intere generazioni. Animano il racconto voci di donne, che ripercorrono la propria esperienza in una dimensione affettiva e politica, nella quale il ricordo di momenti traumatici, come il confino, la clandestinità e la lotta armata, è rigato da considerazioni più personali come la dignità offesa, l'amore contrastato, la sofferenza del corpo, restituendo così alla soggettività femminile un ruolo a lungo cancellato dalla memoria pubblica e istituzionale al punto da intendere la Resistenza come un fenomeno politico, fatto per lo più da protagonisti maschili. Stornelli e parodie, strofette e ottave rime, alternati a brani di cantautori proletari, evidenziano l'esistenza di una tradizione di canto partigiano e antifascista che interessa tutta l'area centro-meridionale del paese, dal Lazio alla Sardegna, dall'Umbria alla Campania, dall'Abruzzo alla Toscana.