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In che forma è possibile il dialogo col mondo e con le molteplici persone del proprio teatro interiore? Questa domanda sembra percorrere come un rovello la poesia di Apostrofe, che alla parola affida il compito antico e sempre irrisolto di interrogare, indagare, evocare ciò che è confuso e nascosto. È tramite un incessante e appassionato rivolgersi all'altro, alle parti in ombra nell'io e nel reale, che la parola-apostrofe realizza la propria tensione dialogica, facendosi mezzo di conoscenza e di relazione.