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Questo volume è la prima monografia in inglese sul pensiero di Antonio Livi (nato a Prato nel 1938), internazionalmente noto per la sua opera principale, "Filosofia del senso comune", che è uscita nel 1990 e poi ha avuto varie edizioni in italiano e traduzioni in inglese ("A Philosophy of Common Sense"), in spagnolo ("Critica del sentido común") e in francese ("Philosophie du sens commun"). Lo studioso irlandese William J. Slattery, analizzando questa e tutte le altre numerose opere di logica pubblicate da Livi in oltre cinquant'anni di ricerca e di insegnamento (1965-2015), spiega molto bene che cosa sia per il filosofo toscano il "senso comune" (insieme organico delle prime evidenze empiriche che formano il presupposto di ogni ulteriore conoscenza ordinaria o scientifica) e riesce a far comprendere come questa originale nozione epistemica costituisca il fulcro del nuovo sistema di "logica aletica" (logica della verità) da lui proposto. Tale sistema, infatti, attribuisce al senso comune la funzione di criterio di base per individuare la giustificazione epistemica di ogni affermazione che si presenti con la pretesa di essere considerata vera e dunque condivisibile. Slattery arricchisce l.esposizione del pensiero di Livi con pertinenti e documentati riferimenti alla gnoseologia realistica di Tommaso d'Aquino e al metodo di ricerca della filosofia analitica anglosassone contemporanea.