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Francia, Alta Savoia, 1913. Isabelle, unica figlia del conte di Menthon-Saint Bernard, signora dell'omonimo castello, è perennemente chiusa in solitudine. Sta per scoppiare la Grande Guerra, ragione in più per voler restarsene arroccata all'interno delle mura. Orfana di madre, da bambina visse col padre e con zia Madeleine, artista fredda e sfuggente, di cui sempre cercò l'affetto. La zia, ritiratasi con il marito nell'ala sud del castello, vi morì, poco dopo in circostanze misteriose e gli appartamenti vennero immediatamente sigillati. Da quel momento Isabelle ode periodicamente voci che la chiamano. Presa dalla curiosità, si impadronisce della chiave dell'ala sud, penetra nelle stanze proibite della zia e qui trova, chiuso in un armadio, un misterioso manichino che la ritrae perfettamente. Inizia così un rapporto morboso con quest'ultimo che diventa oggetto di un desiderio ossessivo, luttuoso, quasi feticistico. Nel frattempo, dopo un rapporto intellettuale e platonico con il precettore Jean-Claude, conosce Gerard, un uomo certo meno perfetto ma assai più virile, discendente del marito della zia, che la inizierà alle gioie moderate dell'amore maturo.