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Con questa sentenza del grande Paul Léautaud veniva presentato ufficialmente il premio letterario Pontemagico. Era il 3 aprile 2003 e la perentoria frase dello scrittore francese, dalla penna tonante, faceva un certo effetto nell'aula-teatro dell'università della Svizzera Italiana a Lugano, affollata di giornalisti dallo sguardo stupefatto dopo un'affermazione polemicamente eversiva nei confronti dei concorsi letterari. Ma allo splendido e potente assioma di Léauteaud veniva, immediatamente, fatta seguire una chiosa chiarificatrice: "Il Pontemagico, che vuole unire l'innocente e meraviglioso mondo dei bambini a quello dei grandi, non può che essere onorevole". Così, con l'intento di gettare un ponte tra i sogni dei fanciulli e quelli degli adulti, nasceva un originalissimo premio letterario che, nel bando di concorso, dando del tu, invitava a scrivere "una storia per bambini-bambini e per grandi-bambini".