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Il Vallo di Diano emerge come terra di disagio sociale e di coinvolgimento politico, di insorgenze e di brigantaggio, della loro repressione, di capimassa e capirivolta entrati nell'immaginario popolare, di baroni più o meno arroganti e oppressivi, di endemiche forme di ribellione, quasi strutturate nel contesto territoriale, ma anche di giovani elettrizzati dalle idee costituzionali e rivoluzionarie, determinati a trasformare (o almeno provare a farlo) la società. Ma il racconto politico non resta fine a sé stesso, e si sviluppa all'interno di un precario e complesso vissuto quotidiano, fatto di plurime vicende, che toccano il sistema sanitario, la realtà sociale, il momento religioso e quello culturale.