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Il 18 gennaio 1977 Luciano Re Cecconi, centrocampista della Lazio, moriva per un colpo di pistola esploso da Bruno Tabocchini, un gioielliere romano. La ricostruzione dei fatti diffusa a caldo fu universalmente accettata: il giocatore, entrato nel negozio in compagnia di un amico e del compagno di squadra Ghedin, aveva minacciato per scherzo una rapina, suscitando la letale reazione del gioielliere. Il processo si svolse in tempi rapidi e l'uomo fu assolto per legittima difesa putativa. Oggi per la prima volta viene messa in discussione la tesi dello scherzo. L'autore del libro, esaminando le carte del processo, collegando fatti e situazioni, ascoltando testimoni, apre la strada a una verità atroce: Re Cecconi non fece nulla per provocare la reazione del commerciante. Nel volume viene anche ricostruita la storia controversa di un film dedicato dalla Rai al caso Re Cecconi nel 1983. Un film che non venne mai messo in onda per l'opposizione della famiglia Tabocchini, la cui istanza, accolta in primo grado, fu però bocciata in Appello e in Cassazione.