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Se dal 1948 in poi i candidati al titolo mondiale sono stati scelti (quasi sempre) con criteri sportivi dettati da una federazione mondiale, nel 1927 fu lo stesso Capablanca a individuare i "pretendenti" che avrebbero potuto misurarsi con lui a New York per decidere chi avrebbe avuto l'onore di sfidarlo successivamente. Alekhine sottolinea con un po' di malizia come il divino Raul avesse lasciato a casa quasi tutti gli avversari realmente pericolosi, mettendo così nelle mani di un "destino" particolarmente amico l'esito del torneo che avrebbe dovuto sancire il rinnovato fulgore o viceversa il tramonto della sua stella. Capablanca non aveva però fatto i conti non la ferrea determinazione del suo più accanito rivale. Alekhine passò i mesi successivi al torneo a studiare e a sviscerare il gioco del Campione e ne colse tutti i possibili punti deboli. Proprio questa minuziosa analisi, tecnica e psicologica, estesa anche agli altri quattro grandi partecipanti, fa di New York 1927 un prezioso documento storico ancora attuale.