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Testimone della tragedia di Chernobyl fino al punto di morire per un cancro alla tiroide contratto in seguito a quella sciagura, in questo volume Nica non si limita a mettere in guardia sui pericoli che un incidente atomico comporta e può comportare (la tragedia del reattore nella città ucraina, sottolinea il volume, avrebbe potuto essere di portata ancor maggiore). Ripercorrendo la storia della cittadina divenuta così tragicamente nota a tutto il mondo e la vita quotidiana di quanti vi vivevano, Nica rende omaggio alla memoria di quanti - a partire dai 40mila soldati di leva mandati a pulire a mani nude le macerie radioattive - persero la propria vita nel tentativo di salvare quella degli altri ma non videro mai riconosciuto il loro eroismo da parte di un regime, quello sovietico, che fin dal primo momento cercò di cancellare quell'evento, così come cancellava dalle fotografie gli esponenti purgati della nomenklatura. Concepito come atto di omaggio e di ricordo di quanti persero la vita nella notte del 26 aprile1986 e negli anni successivi e di quanti furono volutamente lasciati nell'oblio da un regime che capiva quanto le orrende mutazioni genetiche subite da migliaia di persone (alcune ancora nel grembo materno) fossero la prova provata (ed un atto d'accusa) del fallimento del socialismo reale, il libro fu per lungo tempo messo all'indice nell'Unione Sovietica, dove non poté essere stampato.