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L'artista, che vive la propria produzione come una vera esperienza esistenziale, si lascia trasportare dal sistematico desiderio di conoscenza e auto-conoscenza ed è guidato dalla volontà di ricerca tipica di chi vuole correre più veloce del tempo. Il ciclo dei tappeti-natura è la ricostruzione meta-reale di un frammento di vita impietosamente bloccato, forse salvato: ogni composizione corrisponde a un monito, alla tessera di mosaico universale e al sistematico tentativo di coinvolgere lo spettatore in un'esperienza interattiva. Se parliamo di interazione e di polisensorialità non può non venirci in mente l'arte elettronica: l'altro strumento comunicativo utilizzato dall'artista torinese. Gilardi, infatti, è stato uno dei primi artisti italiani ad occuparsi con continuità del rapporto tra arte e new media, tra cultura e arte interattiva. Nel secondo capitolo del libro, Vanni ci apre le porte a questo tipo di esperienze che hanno portato Gilardi a crescere come artista e ad essere considerato uno degli autori più noti e stimati a livello internazionale.