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Che cosa agghiaccia di più la vita, si domandava il grande poeta spagnolo Quevedo, un amore cocciuto, estremo, insensato, e sempre disilluso, o il tempo che invece comunque giungerà prima o poi a disperderlo? Dal barocco più sensuale, questo miosotís raccoglie ventidue struggenti sonetti pieni di musica, umori, speranze e soprassalti, che dànno voce a un desiderio ossessivo e vano come un sogno, capace di sottrarre alla vita chiunque ne sia affetto.