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"Soltanto dopo che "Tre volte giugno" venne pubblicato e cominciarono ad arrivare le reazioni dei lettori - la catarsi emotiva che avevano sperimentato visitando le anime di questi personaggi - capii che, anche se non avevo scritto un romanzo letteralmente autobiografico, avevo raccontato una storia per aiutarmi a convivere con le perdite che avevo sofferto. Paul, Ferno e Fenno - più di tutti Fenno - sono persone che devono imparare a resistere superando quel genere di dolori da cui non si guarisce mai completamente [...]." (Julia Glass)