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Ostinatamente diversa da qualsiasi altra, quest'opera è una sfida alla massificazione imperante, una rivendicazione polemica della pluralità dei linguaggi e degli strumenti espressivi quale antidoto al precotto e all'omologato. La prospettiva di Giordano Bruno è qui messa a frutto trasferendo sul piano poetico-letterario la ricerca degli "infiniti universi" in un'infinità di linguaggi e di apporti multimediali. Se questo è l'obiettivo, il libro non si limita a propugnarlo, ma diventa esempio realizzato. Infatti il testo di Gaetano delli Santi si incontra con la pittura di Fausto Pagliano: il progetto grafico fa proprio e rilancia a suo modo l'intento eversivo delle pagine scritte. Ed ecco che la grafica facendosi avvolgente, prolifera e deborda. Ogni pagina è un'opera che risponde, rilancia, configura altrimenti la pulsione verbale. Come la scrittura, l'impaginazione prende direzioni divergenti, suscita cortocircuiti.